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Sport Mascotte Europei di calcio 2024: l’orsetto Albärt

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La Mascotte di UEFA Euro 2024

Anche agli Europei di calcio 2024 non può mancare la mascotte della competizione. Il suo nome è Albärt, un orsetto che è stato scelto dopo una votazione tra gli utenti di UEFA.com e gli alunni di tutta Europa. I ragazzi sono potuti diventare parte attiva di questa scelta grazie al programma UEFA Football in Schools. Le proposte per il nome della mascotte erano altre tre: Bärnardo, Bärnheart e Herzi von Bär, dei giochi di parole con la parola tedesca “orso”. Alla fine però a vincere è stato Albärt ottenendo il 32% dei voti.

Il messaggio che il direttore di EURO 2024, Philip Lahm, voleva veicolare quest’anno è rivolto soprattutto ai bambini. Lahm ha dichiarato che per l’edizione di quest’anno voleva una mascotte simpatica e divertente che ispirasse i bambini a divertirsi con il gioco del calcio. Proprio per questo motivo infatti, Albärt ha debuttato in una scuola elementare di Gelsenkirchen la mattina dell’amichevole del 20 giugno 2023 tra Germania e Colombia. La mascotte è poi scesa in campo durante il match per il suo debutto al grande pubblico.

Altro obiettivo di Albärt è l’educazione al movimento. Accompagnato dall’hashtag #MakeMoves, l’orsetto entrerà nelle scuole di tutta Europa coinvolgendo gli studenti in delle sfide. Gli alunni infatti, potranno dare vita a dei movimenti di esultanza speciali con cui far muovere Albärt tramite il motion capture. Euro 2024 quindi vuole spronare le generazioni dei più piccoli ad avere una vita fisicamente attiva da subito ribadendo anche l’importanza dei valori del gioco del calcio.

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Considerando che i paesi ospitanti sono stati ben 11, la scelta della mascotte per UEFA Euro 2020 non è stata semplice. La strada intrapresa è stata, perciò, quella di restare sul tema calcistico cambiando decisamente angolazione. Così è nata Skillzy, la mascotte di Euro 2020 dedicata al freestyle col pallone, una disciplina simile al calcio ma che ha una decisa tendenza verso la giocoleria. Nel video di presentazione della mascotte, due agenti di marketing cercano la mascotte del prossimo europeo quando a sorpresa appare Skillzy che, senza nemmeno essersi iscritto al provino, conquista i due selezionatori e assume il sacro compito di portare il calcio spettacolo in tutta Europa.

Una scelta molto interessante, visto che spesso i giocatori che si dedicano con troppa solerzia ai trick vengono criticati, soprattutto se questi non si dimostrano tanto efficaci quanto spettacolari. I freestyler per tocco di palla sono calciatori abilissimi, probabilmente migliori di quelli che scendono in campo nei match ufficiali, ma il calcio giocato è decisamente un altro sport.

Skillzy è stato presentato ufficialmente nella partita di qualificazione Olanda – Germania del 24 marzo 2019, è stato accompagnato da due freestyler professionisti: Liv Cooke e Tobias Becs. Skillzy è stata la mascotte del 60° anniversario, l’edizione dell’unione e dell’inclusività.

Le mascotte non sono più un elemento caratterizzante di un determinato paese, ma piuttosto un’immagine legata a un concetto che si vuole veicolare, il comitato organizzatore quindi, si occupa anche di costruire una storia dietro il personaggio. Quella di Skillzy, la mascotte di Euro 2020 specializzata nel freestyle, è stata una storia che ha premiato, per così dire, la normalità. Skillzy non era un supereroe, un animale raro o altro di simile. Si trattava semplicemente di un ragazzino molto abile nelle skills palla al piede, e la UEFA ha raccontato la sua storia in un piccolo corto animato caricato sui propri social. Nel corto, tra l’altro, si vedevano anche alcuni elementi architettonici famosi delle città europee, su tutti il meraviglioso Colosseo della città di Roma.

La mascotte è un elemento ormai fondamentale degli Europei, un vero e proprio simbolo identitario per la kermesse di cui da tempo non si può più fare a meno. Infatti la prima mascotte per un campionato sportivo è stata utilizzata nel 1966, anno dei mondiali inglesi e del leone Willie. Negli europei la prima mascotte ha esordito nel 1980 con il Pinocchio della rassegna che veniva ospitata, ovviamente, in Italia. Nel tempo il segno grafico è andato evolvendosi, non più una mascotte che rappresentasse qualcosa di tipico della nazione ospitante ma soprattutto un personaggio che veicolasse un certo tipo di messaggio oltre il folklore nazionale. Addirittura, come nel caso di Super Victor per Francia 2016, la mascotte votata il pubblico, che ha potuto scegliere tra varie alternativa.

La storia di Victor è quella di un bambino qualunque che è diventato supereroe nel corso di una partita molto “tirata” con i suoi amici: a seguito di una punizione calciata fuori dal campo, nel recuperare il pallone tra l’erba alta, il piccolo Victor scopre uno scrigno magico; aperto il misterioso contenitore, vi trova un pallone UEFA 2016 e due bellissimi scarpini da calcio che, da lì a poco, si riveleranno… magici! Da qui, appunto, Super Victor, la cui missione è di insegnare a tutti che il calcio è divertimento, correttezza, gioia, confronto leale. Super Victor per tutto l’arco della kermesse europea ha postato sui social condividendo foto e commenti, diventando la prima mascotte a fare pubblicità. Un’idea geniale che segna l’evoluzione sempre più rapida del marketing di questi eventi sportivi.

Tra le Mascotte che più sono rimaste impresse nell'immaginario collettivo nel corso della storia degli Europei si ricordano:

  • Il Pinocchio di Italia 1980, caratterizzato dal naso tricolore e dal cappellino bianco, sempre ritratto con il pallone sotto il braccio;
  • Pèno, il galletto simbolo di Francia 1984, che vestendo gli stessi colori dei giocatori francesi portò particolarmente fortuna alla squadra, che quell'anno conquistò la vittoria degli Europei;
  • Bernie, il coniglio mascotte scelto dalla Germania nel 1988, il cui nome è ispirato alla città di Berna, sede della prima vittoria ai Mondiali conquistata dai tedeschi, nel 1954.
  • Rabbit, il coniglio di Svezia ‘92
  • Goaliath, un altro leone per l’Inghilterra, paese ospitante del ‘96, un po’ meno dandy rispetto al leone del ‘66 e molto più orsacchiotto;
  • Benelucky, una specie di diavoletto dalla strana criniera per gli europei del Benelux nel 2000;
  • Kinas, un ragazzino portoghese per gli europei lusitani del 2004;
  • Le coppie Trix e Flix per Austria-Svizzera 2008 e Slavek e Slavko per Polonia-Ucraina del 2012.

La prima mascotte che fu mai pensata per presentare un Europeo di calcio è stato il Pinocchio di Italia 1980. Quella edizione aveva già una sua caratteristica peculiare: fu la prima con la formula dei giorni disputati tutti in un unico paese. Ovviamente l’Italia non si lasciò scappare l’occasione di mettere in mostra, con una certa dose di patriottismo, le proprie bellezze. Per la mascotte fu quindi scelto Pinocchio, il burattino di legno inventato da Collodi che è anche una delle fiabe più famose al mondo. Inoltre a quel tempo Pinocchio era anche uno sceneggiato televisivo di grande successo, con interpreti quali Nino Manfredi e Gina Lollobrigida, osservato in Italia ma distribuito in tanti altri paesi.

Il comitato lo presentò alla stampa nel 1979: un piccolo burattino di legno col pallone sotto al braccio, un naso tricolore e un cappellino a barchetta con su scritto Europeo 80. Si chiama Pinocchio, di fatti, visto che la Walt Disney aveva già girato il suo famosissimo film, ma il diritto d’autore era libero visto che Collodi era già morto da 50 anni. Pinocchio, nella versione mascotte, non porterà grandissima fortuna all’Italia che sarà superata nei gironi dal Belgio, che a suo volta perderà in finale con la Germania Ovest vincitrice del torneo. Va dato merito però a questo burattino di aver aperto la stagione delle mascotte per gli europei di calcio, prima infatti c’erano solo ai Mondiali e alle Olimpiadi. Inoltre ci permettiamo di dire che Pinocchio è stata probabilmente la mascotte più azzeccata da un punto di vista ideativo insieme al leone Benelucky dei campionati di Olanda-Belgio del 2000. Infatti da Pinocchio in poi c’è stato un lungo ripetersi di animali: il galletto francese, i conigli (assolutamente identici) di Germania e Svezia, il leone inglese. Poi dal 2004 in poi si è susseguita una lunga serie di personaggi in carne e ossa, umani, con qualche particolarità qui e là. Almeno la mascotte italiana aveva un senso, pescava a piene mani dal folklore e dalla cultura del paese, era un’immagine riconoscibilissima ma al tempo stesso originale. Gli altri paesi invece hanno semplicemente preso un animale, rappresentativo o meno della nazione, e messogli un pallone ai piedi. Anche la deriva dei personaggi umanizzati non entusiasma molto, per quanto va detto che rispetto agli anni 80/90 l’importanza della mascotte è andata via via scemando.