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Allenatore Lazio 2024/25

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Dopo una stagione 2023/24 caratterizzata da alti e bassi, culminata con la Lazio al nono posto in Serie A e fuori dalle posizioni europee, Maurizio Sarri ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni dalla guida tecnica del club, lasciando spazio per un breve periodo a Juric. All'inizio di questa stagione la società biancoceleste, in cerca di una figura in grado di riportare stabilità e nuove ambizioni alla squadra, ha puntato su Marco Baroni, un allenatore con un curriculum ricco di esperienze importanti sia in Serie A che in Serie B.

Baroni, ex difensore centrale, è un tecnico conosciuto per il suo pragmatismo e la capacità di lavorare con giovani talenti. Nella stagione precedente aveva condotto il Verona a una salvezza insperata, dimostrando grande flessibilità tattica e solidità difensiva, alternando diversi moduli in base alle esigenze della squadra. La sua attitudine a plasmare formazioni compatte e aggressive lo ha reso una scelta naturale per Lotito, che ha visto in lui l'uomo giusto per avviare un nuovo ciclo a Formello.

Nonostante Baroni sia noto soprattutto per la sua propensione difensiva, le sue squadre sono anche caratterizzate da rapide transizioni offensive e un gioco dinamico sulle fasce. Con un passato da calciatore di alto livello, vincitore dello scudetto e della Supercoppa italiana con il Napoli, Baroni porta con sé un'esperienza che potrebbe rivelarsi cruciale per riportare la Lazio tra le prime posizioni del campionato.

La terza stagione biancoceleste di Sarri inizia con molte tensioni tra allenatore e dirigenza, soprattutto dopo la stagione di calciomercato estiva. Nel corso delle giornate, infatti, il club capitolino mostra un rendimento abbastanza altalenante: se da una parte ottiene risultati positivi nelle competizioni europee, come il passaggio alla fase eliminatoria della Champions, dall'altra parte fatica a replicare gli stessi successi in campionato. Con la Lazio in nona posizione e arrivati a poche giornate dal termine, è stato proprio Maurizio Sarri a presentare le proprie dimissioni dalla direzione tecnica della squadra. Lolito decide, quindi, di affidare il comando ad Igor Tudor in quanto primo nella lista delle possibili scelte. Si tratta di un tecnico croato noto per la sua esperienza e determinazione, con una carriera versatile sia come giocatore che come allenatore, specialmente nel caso della Juventus. A partire dal 2013, intraprende la carriera di direttore tecnico guidando diverse squadre in Croazia, Italia, Grecia e Turchia, prima di fare ritorno in Serie A. Negli ultimi tempi, Tudor non ha avuto alcun club da allenare ma la sua reputazione è rimasta alta, rimanendo sempre al centro dell'attenzione durante le turbolenze nel mondo del calcio italiano ed estero.

Il suo stile di gioco e i risultati ottenuti hanno guadagnato il rispetto degli addetti ai lavori e l'interesse di importanti società, dimostrando di essere un allenatore in costante crescita e capace di ottenere nuovi riconoscimenti anno dopo anno. Non è ancora chiara la durata della sua permanenza nella Lazio, ma i tifosi si aspettano sicuramente di vedere un cambiamento positivo nelle prestazioni biancocelesti sul campo.

Ancora un anno con Maurizio Sarri sulla panchina dei biancocelesti. Il tecnico toscano è stato confermato dalla società dopo la buona prestazione dell'anno precedente che ha piazzato i biancocelesti in Champions League. Questa volta intendono provare a strappare un titolo lottando sul fronte campionato e sul fronte Coppa Italia. La sfida non è certamente delle più semplice per la Lazio, specialmente dopo alcune partenze illustri che fino all'anno precedente reggevano la spina dorsale della squadra. Sarri desidera fare un passo avanti per provare a portare la Lazio dove non era mai arrivata prima, intende anche cercare la qualificazione alla fase finale della Champions League passando almeno la fase a gironi, un'impresa non semplice.

Dopo la pesante partenza di Milinkovic-Savic, la società ha deciso di premiare il suo allenatore portando in casa Taty Castellanos dalla MLS per 15 milioni di euro, Gustav Isaksen dal Midtjylland per 12 milioni, e Guendouzi dal Marsiglia in prestito, tre nomi che potrebbero tornare molto utili alla causa della squadra biancoceleste. L'aver tolto una pedina tanto importante come il serbo potrebbe causare dei problemi alla squadra nelle prime partite di campionato, ma i nuovi arrivi potrebbero potenzialmente migliorare la rosa sul lungo periodo portando ad un miglioramento nelle battute finali del campionato.

La stagione 2022/23 è la seconda di Maurizio Sarri come tecnico sulla panchina biancoceleste. Nella scorsa stagione la Lazio ha ottenuto un quinto posto che è valso la qualificazione in Europa League. La conquista del piazzamento arriva durante la penultima giornata di campionato, la Lazio pareggia a Torino contro la Juve grazie al gol al quinto minuto di recupero di Milinkovic-Savic, contestualmente la Fiorentina perde contro la Sampdoria e così i biancocelesti possono festeggiare. Il bilancio a fine stagione è tutto sommato positivo per Sarri, che è riuscito a migliorare di una posizione il risultato ottenuto nella stagione 2020/21, quando a guidare la Lazio c'era Simone Inzaghi. Per quanto riguarda l'Europa League, il tecnico si è fermato ai playoff, eliminato dal Porto.

A giugno 2022 Sarri prolunga il suo contratto con la società di Lotito fino al 30 giugno 2025, due anni in più rispetto a quanto concordato originariamente. Ciò che la società chiede a Sarri in vista della stagione 2022/23 è qualità e concentrazione per puntare all'Europa che conta, per farlo serve avviare al meglio l'anno che sarà molto particolare rispetto al solito: i ritmi serrati nella prima fase di campionato, dovuti al lungo stop di novembre a causa dei Mondiali, possono cambiare gli equilibri nel bene e nel male e la Lazio deve farsi trovare pronta.

L’allenatore toscano Maurizio Sarri sarà il nuovo allenatore della Lazio. L’ufficialità dell’accordo è stata data a metà giugno e il contratto dell’allenatore partirà dal primo luglio 2021. La trattativa è andata avanti per diversi giorni con alcuni strappi che lasciavano intuire un possibile nulla di fatto. Ricordiamo che la Lazio si è dovuta muovere con rapidità sul mercato visto l’addio un po’ inaspettato di Inzaghi. Sarri era senza una panchina da un anno dopo aver lasciato quella della Juventus. Quindi alla fine le parti hanno trovato un accordo che prevede Sarri alla Lazio fino al 2023 e con 3,3 milioni di euro all’anno più eventuali bonus.

Sarri è uno di quei pochissimi allenatori di alta fascia che non sono praticamente mai riusciti a giocare come professionisti da calciatori. La sua passione è ovviamente il calcio ma in realtà il suo primo lavoro è stato quello dell’impiegato in banca. La sua carriera da allenatore comincia addirittura dalla Seconda Categoria con Stia e Faellese. Pochi anni dopo approda prima in Promozione e poi in Eccellenza, nel 2000 gli viene affidato il Sansovino che in 3 stagioni guida fino alla C2. Passa alla Sangiovannese con cui gioca il primo campionato professionistico, e viene subito promosso in C1. Segue la prima chiamata di rilievo ovvero quella del Pescara in B, è il 2005. Da qui segue un’altra fase sussultoria della sua carriera dove le cose non vanno benissimo. Poi arriva l’importante esperienza con l’Alessandria, una mezza stagione deludente col Sorrento e infine la chiamata dell’Empoli che gli svolta la carriera. Dopo due anni Sarri conquista la promozione con i toscani, nella stagione 14/15 esordisce in serie A, conquista la salvezza con 42 punti. L’anno dopo arriva la firma col Napoli, prima grande squadra della sua carriera dopo una fenomenale gavetta. Esordirà nelle coppe europee, in tre anni il Napoli arriva due volte secondo e una volta terzo. Ma è soprattutto l’impronta nel gioco, l’invenzione del Sarrismo, che lascia il segno nella piazza partenopea. Segue l’esperienza in Inghilterra col Chelsea di una sola stagione, conclusa con la vittoria della UEFA Europa League. Poi un anno alla Juventus e la vittoria del suo primo scudetto.

Inzaghi si trova a sedere per la prima volta sulla panchina del club capitolino nel 2016, in seguito all’esonero del CT Stefano Pioli, con il quale la Lazio colleziona una lunga serie di sconfitte, fino a quella decisiva contro la Roma, per 4 a 1. Inzaghi, forte dell’esperienza maturata militando nelle fila delle Aquile nel corso della sua carriera da calciatore e di quella accumulata come allenatore degli allievi regionali, nazionali e della primavera del club biancoceleste, approda quasi in maniera naturale sulla panchina della prima squadra.

Il match di debutto per il nuovo tecnico è quello del 10 aprile 2016, in casa del Palermo: le Aquile riescono a espugnare lo Stadio Renzo Barbera, superando gli avversari con un netto 3 a 0. Nelle ultime giornate di campionato, la Lazio conquista altre 4 vittorie, tra cui quella sull’Inter, chiudendo infine la stagione con un ottavo posto.

Nel corso della successiva estate, la guida della formazione laziale passa momentaneamente nelle mani dell’argentino Marcelo Bielsa, che tuttavia rassegna le sue dimissioni prima dell’inizio del campionato, a causa di divergenze nate con il presidente Claudio Lotito. Così, sulla panchina della Lazio viene richiamato Filippo Inzaghi, che dà il via ad una stagione ricca di successi: in occasione del match di andata della semifinale di Coppa Italia del primo marzo 2017, i biancocelesti si aggiudicano la vittoria del Derby contro la Roma per 2 a 0, centrando così un risultato che mancava ormai da quasi 4 anni. A fine Aprile, la Lazio torna a vincere in un match contro i giallorossi, questa volta in campionato, imponendosi per 3 a 1. La stagione delle Aquile si chiude con un quinto posto in classifica che consente alla squadra di accedere all’Europa League, mentre in Coppa Italia i biancocelesti raggiungono la finale, dove tuttavia vengono superati dalla Juventus.

Il 13 agosto 2017, Lazio e Juventus tornano ad incontrarsi allo Stadio Olimpico: nel match per la conquista della Supercoppa italiana, questa volta a prevalere sono i biancocelesti, che si aggiudicano così il prestigioso trofeo per la quarta volta nella loro storia. Anche la stagione 2017/2018 è foriera di buoni risultati per la Lazio di Inzaghi, che si ferma ai quarti di finale in Europa League, raggiunge le semifinali di Coppa Italia e conquista il quinto posto in classifica in Serie A.

La stagione 2018/2019 vede la squadra capitolina condurre un’ottima annata in Coppa Italia: le Aquile si aggiudicano la vittoria della finale contro l’Atalanta, conquistando così per la settima volta il trofeo. Il 22 dicembre 2019, poi, la Lazio torna ancora una volta a vincere contro la Juventus nella sfida valida per la vittoria della Supercoppa italiana, con un netto 3 a 1.

L'11 gennaio 2020, con la vittoria per 1-0 sul Napoli, la Lazio conquista la decima vittoria consecutiva in Serie A, una circostanza che mai si era verificata in 120 anni di storia del club biancoceleste. Una settimana dopo, batte il record imponendosi per 5-1 sulla Sampdoria. Al termine del campionato, la squadra di Inzaghi si piazza al quarto posto e fa il suo ritorno in Champions League dopo 13 anni di latitanza.

L’allenatore della Lazio nella stagione 2020/2021 è ancora una volta Simone Inzaghi: il tecnico si trova per la quinta stagione consecutiva alla guida della formazione biancoceleste, nuovamente confermato dopo le stagioni 2016/17, 2017/18, 2018/19, 2019/20. Al termine di quest'ultima stagione, Inzaghi ha conquistato 203 presenze sulla panchina biancoceleste, diventando il tecnico con più presenze e battendo il precedente record di Dino Zoff. Anche in questa annata Inzaghi ha dovuto fare di necessità virtù e accontentarsi di ciò che gli è stato fornito dal mercato. La squadra resta fino a una decina di giornate dal termine in corsa per la Champions League, anche se l’obiettivo era piuttosto proibitivo. Tuttavia arriva un soddisfacente sesto posto che porta le aquile alla qualificazione in Europa League. A fine maggio Inzaghi chiude il suo ciclo con la Lazio e accetta l’offerta dell’Inter.