La scommessa Live ben si abbina al sovvertimento del pronostico, soprattutto in uno sport dove il fattore psicologico pesa come un macigno. Ogni partita finisce, a guardare solo la somma dei set, con un risultato quasi calcistico: 3-1, 3-0, 2-3, e via così. Il problema è che recuperare un singolo punto significa dover recuperare un intero set da 25 punti (che può anche andare ai vantaggi), una fatica notevole che pone una squadra non solo in svantaggio sul tabellone, ma anche dal punto di vista emotivo. Il Live ci permette di approfittare di questi frangenti, scommettere sui possibili stravolgimenti di pronostico, misurare la caratura psicologica di una formazione.
Anche la pallavolo è uno sport dove anni di sacrificio si decidono nel giro di pochi capovolgimenti di fronte. Un pallone da volley può superare i 100 chilometri orari in fase di battuta e schiacciata, percorre la sua strada in un attimo e la sua capacità di essere rispedito al mittente è tutta nei riflessi dei giocatori in campo. Essere i migliori significa abituarsi a gestire quest’insieme di tensioni e palle veloci come proiettili, ma a volte può non bastare.
La nazionale italiana di pallavolo maschile ha fatto storia per questa sua capacità di essere sempre al top, tra le prime 5 o 6 nazionali del mondo. Il ciclo d’oro cominciò nel 1989 quando un giovane Julio Velasco divenne CT della nazionale non avendo ancora compiuto 40 anni. Dopo una serie di buoni piazzamenti l’Italia si presenta ai mondiali di Rio de Janeiro senza i favori del pronostico e senza aver mai vinto una rassegna iridata. In semifinale, gli eroi dell’Italvolley battono i padroni di casa conquistando la finale contro la squadra più forte di quel momento: Cuba.
I caraibici hanno già battuto ai gironi gli azzurri con un secco 3-0 grazie anche al contributo di uno schiacciatore strepitoso come Joel Despaigne detto El Diablo, uno dei campioni più forti della storia. Proprio come detto prima, una questione di attimi e Cuba è già in vantaggio di un set, vinto anche in scioltezza. Qui scatta fuori la grande freddezza dell’Italia, come dicevamo prima, in grado di rispondere al contraccolpo psicologico di essere sotto durante una finale, ma siamo solo all’inizio.
Gli azzurri non solo reagiranno pareggiando al secondo set, ma riusciranno a portarsi in vantaggio nel terzo ponendo i cubani in una situazione di crollo totale di ogni certezza. Di fronte alla compattezza italiana serve un sussulto d’orgoglio, Cuba non ci pensa nemmeno a mollare e alle fine di un quarto set molto equilibrato si va ai vantaggi. Comincia una girandola di cambi palla davvero lunga che vede Cuba rispondere ai tentati match point degli italiani, Despaigne è davvero indiavolato e arriva su ogni palla in maniera vincente, potendo contare su un’elevazione fuori dal comune.
Ma quella non sarà la serata di Despaigne o dei cubani, lo si capisce quando alla schiacciata del solito schiacciatore cubano sul pallone arriva il capitano Andrea Lucchetta con un balzo felino, dando la possibilità al palleggiatore di servire Lollo Bernardi, quello che sarà eletto “giocatore più forte del XX secolo” dalla FIVB (Federazione Internazionale VolleyBall) schiaccia con forza contro il muro avversario che tocca ma indirizza fuori la sfera.
È un tripudio. La gioia italiana riecheggia ancora oggi nello stadio brasiliano della finale, punto d’inizio di un’era che porterà Velasco e i suoi a vincere tutto e più volte, tutto tranne che a raggiungere quel sogno olimpico perso nel secondo posto di Atlanta 1996. Quella squadra passerà alla storia come la generazione dei fenomeni, dove ogni singolo elemento si sposava perfettamente con gli altri, e ognuno ha poi vissuto una grande carriera professionistica. Velasco lascerà la guida della squadra nel ‘96, dopo la delusione olimpica; 7 anni di successi, tutti partiti da quel fatidico attimo.
Nazionale italiana di volley maschile e femminile
Da quanto letto finora ti sarà chiaro che la tradizione della pallavolo tricolore è davvero importante, anche il presente però racconta grandi prestazioni e buoni risultati. Cominciando dalle donne, la nazionale femminile di pallavolo ha visto una grande prestazione nel Mondiale giapponese del 2018, classificatasi seconda dietro alla nazionale serba. Alla fine dei primi due turni di qualificazione l’Italia ha vinto 9 partite su 9, per la prima sconfitta bisogna attendere proprio la Serbia nel gironcino che precede le semifinali. Nonostante la sconfitta l’Italia è approdata in semifinale contro la Cina: in questa partita Paola Egonu ha realizzato il record di 45 punti in un singolo match mondiale! Solo in finale, purtroppo, si interrompe il sogno delle azzurre di nuovo contro il muro serbo. Ma la prestazione di Egonu e compagne resta comunque una delle migliori di sempre della nostra nazionale.
Dobbiamo tornare un po’ più indietro per parlare uno degli ultimi cicli di successi della nazionale maschile, all’inizio della gestione Blengini nel 2015. Prima arriva un grande secondo posto nel mondiale del 2015 perso in finale con gli USA, poi il bronzo agli europei dello stesso anno e infine un entusiasmante argento alle Olimpiadi di Rio nel 2016.